La Suprema Corte di Cassazione ha ricordato ad ottobre di quest’anno il principio secondo cui, in tema di delitto di omissione di atti d’ufficio, il formarsi del silenzio-rifiuto alla scadenza del termine di trenta giorni dalla richiesta del privato costituisce un inadempimento integrante la condotta omissiva richiesta per la configurazione della fattispecie incriminatrice.
L’inerzia dell’Amminstrazione, che, di fatto rende poco trasparente l’attività amministrativa, potrà dunque costare cara al funzionario.