Un nuovo studio, pubblicato da un ricercatore di economia della Queen University in Canada, suggerisce che nel settore della pirateria musicale digitale, il file sharing illegale possa effettivamente aumentare le vendite legittime, funzionando come “pubblicità gratuita”.
Secondo il Ricercatore Candese, mentre le vendite di supporti fisici possono diminuire in virtù dell’utilizzo delle reti di filesharing , il passaparola generato attraverso la circolazione dei files digitali in ultima analisi può promuovere il lavoro di artisti molto popolari.
Il ricercatore, Christopher Lee, ha analizzato una serie di dati che comprendevano 250.000 album e 4,8 milioni di download da un tracker BitTorrent privato.
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