ASSOLUZIONE REATI TRIBUTARI
hai ricevuto una notifica di reati tributari? Hai paura di essere indagato di un reato tributario? chiedi consulenza agli avvocati specializzati in materia di reati tributari In tema di illeciti societari e tributari? ed in particolare in materia di “frodi carosello” è intervenuta di recente la Commissione Tributaria Provinciale di Milano che ha affrontato la questione della rilevanza probatoria nel processo tributario dell’accertamento del giudice penale.
La sentenza di assoluzione emessa dal giudice penale contribuisce alla declaratoria di nullità dell’atto tributario quando da essa emerge, tra l’altro, la “buona fede” del contribuente.
Anche se il fatto sussiste ed è stato commesso con dolo, l’imputato va assolto perché non rimproverabile – e, dunque, non colpevole – ogniqualvolta la condotta sia stata tenuta in circostanze anormali ed eccezionali tali da rendere soggettivamente inesigibile un diverso comportamento e, quindi, illegittima l’irrogazione di una pena. Queste, in estrema sintesi, le motivazioni con cui il Tribunale ha assolto – “perché il fatto non costituisce reato” – l’amministratore di una società, imputato per omesso versamento di ritenute certificate di cui all’art. 10-bis d.lgs. 74/2000. Un’assoluzione fondata sulla diretta applicazione del principio costituzionale di colpevolezza, da cui discende la categoria generale dell’inesigibilità soggettiva.
I reati tributari come è noto sono:
il delitto di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti;
la dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici;
la dichiarazione infedele;
l’omessa dichiarazione dei redditi o ai fini IVA;
l’omessa dichiarazione di sostituto d’imposta;
il reato di occultamento o distruzione di documenti contabili
il delitto di omesso versamento di ritenute dovute o certificate;
Il reato di omesso versamento di iva;
l’indebita compensazione che riguardi crediti non spettanti oppure crediti inesistenti
La Corte europea dei diritti dell’uomo in una sentenza della metà di maggio del 2017 ha affrontato il tema dei reati tributari e fiscali e del ne bis in idem e doppio binario sanzionatorio in materia di violazioni tributarie.
La prima sezione della Corte ha ritenuto la violazione della CEDU sotto lo specifico profilo dell’assenza di una “connessione sostanziale e temporale sufficientemente stretta” tra i due procedimenti sanzionatori.
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