La strategia Ue sui minori e web
intervista su Repubblica di Fulvio Sarzana dello Studio legale Sarzana e Associati
La strategia adottata si basa sulla strategia europea per un’internet migliore per i ragazzi adottata nel 2012″, spiega l’avvocato specializzato in digitale Fulvio Sarzana. “Quest’ultima ha influenzato le politiche nazionali in tutta l’UE ed è stata riconosciuta a livello internazionale. Nel marzo 2021 la Commissione ha adottato per la prima volta una strategia dell’UE sui diritti dei minori, che chiedeva di aggiornare la strategia per un’internet migliore per i ragazzi del 2012”.
“L’obiettivo è ambizioso ma il condizionale è d’obbligo – afferma Sarzana, non solo perché al di là delle dichiarazioni di principio la strategia della Commissione, datata 2012, non ha dato i frutti sperati, anche in ragione di una rapida obsolescenza tecnologica, ma anche perché le norme cd eticizzanti tendono spesso a sovrapporre le giuste esigenze di tutela con inibizioni che ottengono il risultato opposto”.
Da questo punto di vista, ricorda Sarzana, è utile ricordare che vi è una forte diversità tra le legislazioni europee e statunitensi in tema di libertà di espressione e di tutela dai contenuti inappropriati rappresentati negli USA dalla famosa section 230 del Communications decency act.
“Questa norma, che Donald Trump tentò di cambiare nel 2020 con un executive order, protegge la libera espressione e la libera circolazione delle idee anche a discapito, può sembrare un paradosso, della tutela del singolo, e ciò in virtù di un concetto molto ampio di tutela della libera scelta dei contenuti.
La Corte Suprema degli Stati Uniti, in un caso molto famoso, annullò le disposizioni che prevedevano l’apposizione di filtri alla navigazione in internet nelle scuole, sul presupposto che i benefici della libera circolazione delle idee e del diritto di informarsi, prevalessero sui pericoli di accesso on line a contenuti inappropriati”, dice Sarzana.
“Le disposizioni europee vanno in un’ottica diversa, maggiormente incentrate come sono sui pericoli legati alla disponibilità di contenuti inappropriati da parte dei minori, e c’è già di attendersi una battaglia sulle disposizioni attuative della strategia da parte delle organizzazioni di tutela dei diritti civili”, continua su Repubblica