Privacy le App per il tracciamento
Le app per il tracciamento Covid-19, sono conformi all’ordinamento italiano?
Gli esperti sono divisi, anche in seno alla stessa task force che è stata costituita dal Governo Italiano, a quanto risulta.
Da una parte ci sono coloro che vedono troppo alto il “costo” sociale del gps rispetto ai benefici.
Dall’altra, un noto innovatore come Alfonso Fuggetta, pure membro della task force e tra i primi promotori di un’app coronavirus in Italia.
Quest’ultimo Ha espresso il proprio malumore a riguardo su Twitter, il 12 aprile: “quelli che dicono che non bisogna usare il GPS pensino a queste situazioni: persona che si rivelerà essere positiva che entra in una RSA o in una scuola o in pronto soccorso”. “Quanta gente che parla solo perché ha la bocca e magari va dall’amante con una connected car”, ha continuato.
E’ prudente sulle App di tracciamento l’avvocato esperto di privacy Fulvio Sarzana: “Le app di tracciamento possono coinvolgere l’uso di bluetooth o di GPS. In entrambi i casi va sgomberato il campo da un equivoco, i dati trattati ed inviati eventualmente all’ente incaricato di gestire la relativa banca dati sono dati personali che non possono essere definiti anonimi ma solo pseudoanonimi.
In altre parole, da quei dati è possibile comunque risalire ad una persona, ai suoi contatti, ai suoi spostamenti, e ciò giustifica l’applicazione delle norme in materia di privacy. A maggior ragione ciò avviene se ad essere trattati sono dati provenienti dalla posizione GPS”.
Dunque non è possibile parlare di anonimato ed anonimizzazione, e dovrà sempre applicarsi la disciplina relativa al trattamento dei dati personali.
Privacy le App per il tracciamento
La questione forse quindi non è tanto gps sì o gps no, ma le tutele (normative, di policy e di security) che applicheremo all’intero sistema di tracciamento, qualunque tecnologia sia utilizzata.