Intervista a Fulvio Sarzana, dello studio legale Roma Sarzana e Associati.
L’equo compenso per gli editori può attendere. A quattro mesi dall’entrata in vigore del decreto che ha recepito in Italia la direttiva europea del 2019 sul copyright, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni non ha ancora adottato il regolamento con i criteri per calcolare la remunerazione che le piattaforme online come Facebook e Google saranno tenute a versare per l’utilizzo dei loro contenuti giornalistici. Doveva arrivare entro metà febbraio ma non se ne parlerà prima dell’estate, ammesso che tutto vada per il verso giusto. Perché dietro il ritardo c’è un sovraccarico di nuove competenze – regolamentari e di vigilanza ma anche di soluzione delle controversie – delegate all’Agcom dal governo, scelta che secondo gli addetti lavori espone la norma a ricorsi. Passando al merito, l’avvocato Fulvio Sarzana, esperto di diritto dell’informazione e delle nuove tecnologie, avverte del rischio che piccoli editori e testate online vengano penalizzate, “restringendo la libertà di informazione“.
Nella migliore delle ipotesi potrebbe entrare in vigore a luglio. A meno che non arrivino ricorsi: “La direttiva non prevedeva l’assegnazione di poteri cosi ampi ad una autorità amministrativa indipendente, che in base al decreto italiano sarà anche arbitro e giudice delle controversie sull’equo compenso”, nota Sarzana. “Questo potrebbe configurarsi come un eccesso di delega”.
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