diritto all’oblio e diffamazione
Tgcom24 Venerdì 4 ottobre
Social e le nuove regole decise dalla Corte di Giustizia UE, con Riccardo Luna e l’avvocato Roma Fulvio Sarzana.
diritto all’oblio e diffamazione.
Diffamazione. Chiunque, fuori dei casi indicati nell’articolo precedente, comunicando con più persone offende l’altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a euro 1.032.
Se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a euro 2.065.
Se l’offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a euro 516.
Se l’offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o a una sua rappresentanza, o a una Autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate.
Il diritto all’oblio:
Il diritto all’oblio è una manifestazione del diritto alla riservatezza, postula un giudizio di necessario bilanciamento con il diritto di cronaca, quale diritto pubblico soggettivo all’informazione.
È stato dalla stessa giurisprudenza, qualificato come il giusto interesse di ogni persona a non restare indeterminatamente esposto ai danni ulteriori che arreca al suo onore e alla sua reputazione la reiterata pubblicazione di una notizia in passato divulgata, ma che può essere pure falsa.
Si discorre altresì di un diritto a essere dimenticati, proprio per alludere all’interesse che un soggetto può avere in ordine alla rimozione di fatti specifici, fatti che sono a lui afferenti, affinché non rimanga viva, nell’opinione pubblica, il relativo ricordo, evitando indebite ingerenze nella propria sfera di riservatezza. Ancor più grave è se la notizia è falsa.
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