consulenza tecnica fonte di prova

consulenza tecnica fonte di prova

Consulenza tecnica: i casi in cui costituisce fonte diretta di prova Cassazione , sez. III civile, sentenza 22.06.2005 n° 13401 Se il giudice affida al consulente il semplice incarico di valutare fatti già accertati o dati preesístenti, la funzione del consulente tecnico è deducente e la sua attività non può produrre prova; se, viceversa, al consulente è conferito l’incarico dì accertare fatti non altrimenti accertabili che con l’impiego di tecniche particolari, il consulente è percipiente, la consulenza costituisce fonte diretta di prova ed è utilizzabile al pari di ogni altra prova ritualmente acquisita al processo. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13401 del 22 giugno 2005, precisando che in nessun caso la consulenza tecnica può servire ad esonerare la parte dal fornire la prova che le spetta fornire in base ai principi che regolano l’onere relativo; solo che nel caso di fatti, il cui accertamento richieda l’impiego di un sapere tecnico qualificato, l’onere si riduce all’allegazione, spettando, poi, al giudice decidere se ricorrono o meno le condizioni per ammettere la consulenza tecnica. Aggiunge inoltre la Suprema Corte che “viola gli articoli 61 e 116 c.p.c. il giudice che non ammetta la consulenza tecnica per il solo fatto che non è stato adempiuto l’onere probatorio, alla stessa maniera in cui li viola il giudice che, ammessa ed espletata la consulenza tecnica, rifiuti per il medesimo fatto di tenerne conto”.

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