Sentenza storica del massimo organo di giustizia amministrativa sul risarcimento del danno da attività illegittima della PA.
La Pubblica Amministrazione che “sbaglia” deve risarcire fino all’ultimo euro l’impresa che ha ragione.
E’ questo il principio storico adottato dal Consiglio di Stato in sede giurisdizionale in una sentenza dei primi di marzo del 2018.
Applicando per la prima volta in sede amministrativa, a quanto consti, i principi di risarcimento del danno elaborati dalla Corte di Cassazione, il massimo organo della Giustizia Amministrativa ha obbligato una pubblica amministrazione a risarcire una impresa che si era vista paralizzare la propria attività da due provvedimenti illegittimi, sulla base dei bilanci depositati dalla società ed in relazione alla mancata percezione di utili ” a regime”.
La Corte in sostanza invece di valutare un indennizzo forfettario, come in genere accadeva, che avrebbe tenuto conto “dell’interesse pubblico prevalente” e che avrebbe reso il risarcimento di fatto”simbolico” ha invece adottato, nel caso di specie, i principi di risarcimento del danno di matrice civilistica, che si riferiscono al mancato funzionamento dell’ impianto produttivo, all’ostacolo alla attività di impresa ed alla carenza di guadagno.
La differenza di natura economica è molto rilevante perchè nel primo caso l’obbligazione indennitaria sarebbe stata di circa 15 mila euro forfettari, mentre l’impresa aveva quantificato il danno in 400000 mila euro annui ( per un biennio).
All’impresa danneggiata spettano quindi due anni di utili (detratte le imposte), con riferimento al periodo in cui la struttura ha operato a regime.
La sentenza apre dunque scenari inediti in sede amministrativa, per privati e imprese, che lamentino una attività illegittima della PA, e riescano a dimostrare, anche senza una perizia, come è accaduto nel caso di specie, di aver subìto un danno effettivo.
continua su NOVA-Il sole 24 ore