Cassazione: il diritto ad avere telefono ed internet non è diritto fondamentale

Sentenza Shock della Cassazione in materia di diritti fondamentali.

Secondo la  seconda sezione civile del Supremo Collegio la privazione illegittima per nove mesi del diritto ad avere una linea telefonica ed internet non può configurare una violazione dei diritti fondamentali del cittadino.

La vicenda, oggetto di una ordinanza di rigetto del 18 settembre scorso,  riguardava un cittadino,  che, a quanto si legge nella ricostruzione effettuata dallo stesso ricorrente, era stato privato illegittimamente da un operatore di TLC  ( secondo il Giudice di primo grado) per nove mesi della possibilità di comunicare attraverso una linea  fissa, in una zona nella quale non vi era altra possibilità di comunicare.

Il Cittadino dunque aveva lamentato la violazione di propri diritti fondamentali, invocando il risarcimento dei danni non patrimoniali.

Il Supremo Collegio ha così argomentato:

I diritti fondamentali della persona costituiscono senz’altro un “catalogo aperto”, come sostenuto dal ricorrente: sicché è ben possibile che diritti in passato considerati secondari assurgano col tempo al rango di diritti fondamentali (è stato il caso, ad esempio, del diritto all’identità personale; del diritto all’oblio; del diritto alla riservatezza, e da ultimo del diritto all’identità digitale); così come all’opposto non è raro che diritti un tempo reputati inviolabili cessino, col tempo, di avere qualsiasi rilievo giuridico (è il caso, ad esempio, del danno da usurpazione del titolo nobiliare o da seduzione con promessa di matrimonio).

2.1. – Ciò non vuol dire, però, che tutte le volte in cui la tecnica o gli usi facciano sorgere nuovi commoda, la pretesa d’avvalersene assurga automaticamente al rango di diritto fondamentale della persona.

Affinché una situazione giuridica soggettiva possa qualificarsi come “diritto fòndamentale della persona” sono infatti necessari due requisiti.

Il primo requisito è che tale diritto riguardi la persona e non il suo patrimonio. E la forzosa rinuncia al godimento d’un bene materiale di norma non costituisce lesione d’un diritto “della persona”, salva l’ipotesi estrema in cui il fatto illecito abbia privato la vittima del godimento di beni materiali sì, ma essenziali quoad vitam: l’acqua, l’aria, il cibo, l’alloggio, i farmaci.

E l’uso d’un telefono ovviamente non è necessario alla sopravvivenza.

2.2. – Il secondo requisito da accertare, affinché un diritto della persona possa dirsi “fondamentale”, è che l’esercizio di esso non possa essere impedito, senza per ciò solo sopprimere o limitare la dignità o la libertà dell’essere umano. Ma ovviamente l’impedimento all’uso del telefono non menoma né la dignità, né la libertà dell’essere umano, né costituisce violazione d’alcuna libertà costituzionalmente garantita, e tanto meno di quella di comunicare, posto che nulla vieterebbe in tal caso all’interessato di servirsi di altri mezzi ovviamente addossando alla controparte inadempiente il relativo pregiudizio patrimoniale.

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Il guasto al telefono od alla linea telefonica, pertanto, quale che ne sia la durata, non costituisce violazione d’alcun diritto della persona costituzionalmente garantito, ed il suo avverarsi non può legittimare alcuna pretesa al risarcimento di danni non patrimoniali. 

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