Il Regno Unito manterrà un approccio tecnologicamente neutro alla regolamentazione in materia di criptovalute e non introdurrà, almeno per il momento, uno specifico quadro giuridico e normativo per la DLT (distributed ledger technology).
Un distributed ledger è un database di operazioni distribuito su una rete di numerosi computer, anziché custodito presso un nodo centrale. Di solito tutti i membri della rete possono leggere le informazioni e, a seconda dei permessi di cui dispongono, possono anche aggiungerne.
La tipologia più comune di DTL è denominata “blockchain”, facendo riferimento al fatto che le transazioni sono raggruppate in blocchi e questi sono uniti fra loro in ordine cronologico a formare una catena.
E’ quanto emerge dal Report appena pubblicato dalla task force britannica Cryptoassets – comprendente la Banca d’Inghilterra, la FCA (Financial Conduct Authority) ed il Ministero del Tesoro Britannico.
La Task force è stata istituita dal Cancelliere dello Scacchiere nel marzo 2018 per indagare sulle criptovalute e le applicazioni della tecnologia DLT (distributed ledger technology) nei servizi finanziari nel Regno Unito.
Il rapporto fornisce una panoramica delle cripto-attività e della loro tecnologia di base, valuta i rischi associati e i potenziali benefici e stabilisce un nuovo percorso per la regolamentazione delle cripto-attività nel Regno Unito.
La relazione afferma che le priorità più immediate per le tre autorità che compongono la Task Force sono: di attenuare i rischi per i consumatori e l’integrità del mercato e di impedire l’uso di cripto-attività per attività illecite.
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