su Repubblica.it intervista a F.Sarzana
Porsche e Caraibi con le aste al ribasso ROMA – Sta diventando il gioco più seguito sul web. «La prima volta che ho sentito parlare di aste al ribasso non ci volevo credere» scrivono nei blog. Per forza: auto, viaggi ai Caraibi, serate sexy, cellulari, persino case. Tutto per pochi centesimi di euro. Com’ è possibile? «Mi considero un “giocatore professionista” – racconta Roby10 – e questo fenomeno per me è un modo di risparmiare, non di scommettere». In meno di una settimana e su siti diversi, Roby si è aggiudicato cellulare, playstation e anche un viaggio per quattro persone a Barcellona (biglietti per il motoGp inclusi) a prezzi da fiaba. «Per ora mi è andata bene». A quanto pare non è il solo. I siti delle aste al ribasso sono una moda (importata) che cresce. Spuntano come funghi (fino a 60 gli italiani, impossibile un conto preciso): grafica accattivante, proposte irresistibili, oggetti del desiderio a portata di click e per tutte (o quasi) le tasche. Funziona così: vince chi fa l’ offerta unica più bassa. Chi offre cioè la cifra minima ed è il solo a farlo. L’ esatto contrario di eBay e delle aste tradizionali che premiano le poste più alte. Con una differenza: in questo caso il rilancio si paga. Ogni puntata costa in media 2 euro. Al momento dell’ iscrizione il sito “banditore” chiede dati personali e carta di credito. Poi apre un “conto virtuale”. Minimo 10 euro: 5 puntate. Si entra così nell’ asta prescelta, si punta a colpi di centesimi e al buio (senza sapere la cifra vincente in quel momento). Scaduto il tempo, il sito rivela il vincitore. Televisore al plasma: Enrico, 3 euro. iPhone3G: Angelo, 4 euro. Serata nel privé con Karolina Marconi del Grande Fratello (inclusi champagne e foto ricordo): Marco, 24 cent. Fiat 500: Maurizio, 14,6 euro. Bmw Cabrio: Michele, 66 euro. Dov’ è il trucco? «I premi arrivano – spiega Fulvio Sarzana, avvocato e docente di regolamentazione delle reti – ma il punto è un altro. Non si capisce se l’ attività sia lecita. Se è un azzardo camuffato allora i siti dovrebbero chiudere». Lo dice il codice penale. «La fortuna non c’ entra», sostiene Sadok Kohen, 31 anni, nato a Istanbul, amministratore e fondatore di BidPlaza Srl (ha messo all’ asta una Porsche), il sito d’ asta al ribasso più famoso e redditizio d’ Italia: un milione di euro di fatturato in cinque mesi, 150 mila iscritti, 350 prodotti consegnati. Secondo Kohen tutto dipende da una strategia. Ma quale? «Ho inventato un software statistico – racconta Piero Toffanin, 19 anni, triestino appassionato di informatica – che calcola le offerte meno giocate e gli oggetti più facili da vincere. In realtà non dà grossi aiuti ma evidenzia un fatto. Non esiste un metodo: bisogna avere una fortuna sfacciata e grosse quantità di denaro per coprire, negli ultimi secondi dell’ asta, centinaia di posizioni, quelle più basse». Ecco spiegati i giocatori “professionisti” e i vincitori “ricorrenti”, che spendono ben più di qualche spicciolo. «Se vinco un’ auto per 37 euro – spiega Piero – vuol dire che posso aver fatto fino a 3.700 puntate (una per centesimo) da 2 euro, cioè aver speso oltre 7 mila euro». Il dubbio che sia così c’ è. Altroconsumo ha fatto due esposti all’ Antitrust contro BidPlaza e Youbid. Per ora l’ Authority ha avviato una pre-istruttoria. E allora resta una domanda: gioco o truffa? – VALENTINA CONTE